Dal 16 al 25 aprile 2022

Programma:

Sabato 16 aprile ore 17,30
Inaugurazione mostra collettiva

Giovedì 21 aprile ore 21
proiezione film – ingresso gratuito –
ANTROPOCENE (l’epoca umana)
regia: J. Baichwal, N. De Pencier, E. Burtinsky

Venerdì 22 aprile ore 17,30
Incontriamo Slow Food e il distretto biologico di Fiesole
Intervengono GIAN MARCO MAZZANTI componente del Direttivo Regionale di Slow Food Toscana e Coordinatore Regionale
della Guida Osterie d’Italia e CESARE BUONAMICI Presidente della Associazione del Distretto Biologico di Fiesole

Sabato 23 aprile ore 17
CORO CANTALIBERI
diretto da Angela Batoni, chitarra Matteo Ceramelli

Artisti espositori:

Fiamm Antoni Ciotti Farulli
Francesco Beccastrini
Anna Maria Cammilli
Fernando Cardenas
Mariarita Casarosa
Barbara Cascini
Maurizio Caselli
Massimo A. Castellani
Alessandro Ciappi
Roberto Coccoloni
Roberto D’Angelo
Carla Fossi
Patrizia Gabellini
Alessandro Goggioli
Giusi Gramigni
Stefano Marsili Libelli
Valerio Mirannalti
Massimo Novelli
Francesca Pasquinelli
Susanna Pellegrini
Francesco Perna
Puccio Pucci
Matteo Che Rimi
Rolando Scatarzi
Mariadonata Sirleo
Renate Soltau Carrozzi
Paola Stazzoni
Sara Sturlese
Maria Luisa Vallomy Bettarini
Maria Valiani
Paolo Vannini
Vittorio Vannini

Alcuni momenti dell’inaugurazione

Il Coro Cantaliberi

Slideshow realizzato da Paola Stazzoni

Esposizione di trentadue opere di artisti dell’associazione “Artisti fiesolani” realizzate appositamente o presentate per la prima volta in questa occasione. I soggetti sono i più vari, ma tutti legati alla “terra”, al nostro pianeta sempre più compromesso dall’incuria di noi che lo abitiamo e dall’inquinamento selvaggio dovuto alle nostre sempre più sofisticate necessità. Nella sala del Basolato a Fiesole è stata inserita un’istallazione con tre alberi a grandezza naturale in legno e metallo che ben si inseriscono nel contesto della mostra e arricchiscono l’ambiente.

Non appena si entra nella sala del Basolato, sulla parete di fondo il gruppo di cinque fotografie in cui l’acqua è un elemento ricorrente per la sua capacità di riflettere non solo la pacatezza del Lago di Posta Fibreno sottolineata dai toni chiari, quasi evanescenti, ma anche il brio degli spruzzi dell’acqua che scorre nella cascata, dove la Laudata … Sor’acqua sprigiona tutta la sua forza vitale. Un’altra cascata con l’immagine sovrapposta di Madre Natura è affiancata da uno scatto che potrebbe essere l’icona stessa della mostra con una damigiana di vetro verde su cui si riflette un gruppo di cipressi, un’immagine in cui il Proprio verde intenso del soggetto si stempera nel grigio della pietra e nell’azzurro di uno spicchio di cielo. E ancora una foto con un Villino d’epoca, una piccola casa di legno adagiata in un paesaggio pedemontano.

Sulla parete lunga si susseguono dodici opere di dimensioni e tecniche molto diverse fra loro, ma tutte dirette a mettere in evidenza il titolo stesso della mostra. Da Flower in the mist, un dipinto in cui semplici fiori di brughiera si intravedono nella nebbia, a Olivi toscani che emergono da un fondo chiarissimo, reso ancora più evanescente dalla raffinata tecnica della sabbiatura. Interessante il grande pannello verde Amazonia, ricoperto da una tela a trama larga fra le cui pieghe sono inseriti il guscio di una chiocciola insieme ad altri sassi lucidi, chiaro riferimento agli insetti che popolano le foreste amazzoniche. Accanto al grande pannello una piccola e preziosa tavoletta con toni pastello in cui alcuni uccellini su un albero guardano La Centrale poco distante, mentre i toni verdi e bruni stesi per pennellate ampie e diluite caratterizzano Riflessi sull’Arno. Un cenno a parte merita il tondo che inquadra Da terra lunghi tronchi d’albero che svettano verso l’alto, lunghi aculei che lasciano intravedere uno spicchio di cielo, uno spazio chiaro, luminoso quasi tridimensionale. Un tratto molto diverso quello del dipinto condotto per grandi campiture di colore contrapposto in cui il soggetto, la Simbiosi fra l’essere umano e l’animale, sono appena percettibili, mentre molto più leggibile il fondo marino rappresentato nella grande tela che da un verde più chiaro, tendente al giallo, in cui ruotano ombre di piccoli pesci, scende verso un abisso scuro, quasi melmoso di un mare inquinato. E l’inquinamento è in qualche modo anche la nota dominante dei due Alberi che si stagliano su un fondo fuxia, un colore fosforescente, innaturale e le stesse foglie degli alberi perdono la loro connotazione per diventare la trama di una vetrata colorata. Gli ultimi tre dipinti di questa lunga parete sono caratterizzati da soggetti e tecniche molto diverse fra loro: la salamandra verde tratteggiata sulla schiena, a simboleggiare una freccia che indica verso l’alto, si muove in un grande campo bianco in cui una miriade di lettere in oro appena accennate crea una sorte di filigrana, un tessuto prezioso ben diverso dal terreno su cui dovrebbe vivere. Un piccolo paesaggio sfumato sullo sfondo, con un prato fiorito alle spalle di una giovane fanciulla che soffia su un fiore di campo in una luce calda e solare della tarda primavera è vicino ad una tecnica mista dove alcune grandi corolle di Girasoli prossime a sfiorire sono inserite in un rettangolo orizzontale allungato su un fondo elaborato nei toni del grigio con tocchi di nero.

L’istallazione di tre grandi alberi con le foglie in alluminio interrompe la serie dei dipinti che riprende sull’altra parete con La bellezza tradita, una piccola tavoletta telata con una copia della Venere del Botticelli immersa in un bagno in cui galleggiano rifiuti diversi; al suo fianco un Panorama – La valle del Mugnone, un acquarello su carta che rappresenta con tratti minuziosi tanti particolari racchiusi in una cornice di colline. Ancora un paesaggio con un’antica dimora, il Castello Bourbon di Petrella, che si staglia sul verde compatto del prato antistante e dal verde delle colline di fondo, interrotto ritmicamente da sottili cipressini; lì accanto un piccolo dipinto su tavola, Dormiente, un nudo femminile raggomitolato su un piano marrone senza connotazione alcuna, se non un fondo bruno scuro che emana un senso di profonda solitudine; anche l’opera successiva Acqua che porta via con un fiume in piena che scorre portando con se rami e arbusti e lambisce un ponte e una casa poco lontana, viene reso a olio con colori tenui, illuminati dal chiarore delle nubi che si aprono dopo la pioggia. Una piccola incisione in bianco e nero con una stradella di campagna che costeggia un muro in pietra, fa tornare alla mente, attraverso il tratteggio fitto e raffinato un mondo ormai lontano, un’illustrazione di altri tempi.

Una considerazione particolare per l’istallazione di materiale riciclato SoloPerUn in cui un cartello con la scritta GRAZIE realizzata con carta ritagliata e incollata è appeso inclinato verso il basso sopra una lattina di Coca Cola schiacciata a terra, un’indicazione chiara questa relativa all’abbandono dei rifiuti, accanto alla lattina una scultura, Il palloncino, eseguita con materiali diversi, dal legno al pistone di un motore che sviluppandosi in altezza si conclude con un galleggiante sorretto da un pernio metallico, il tutto montato su un fusto rosso per olio combustibile con la scritta “riciclo”. La serie delle istallazioni continua con CuriAmo la terra, dove il calco di mani chiuse a coppa racchiude una manciata di terra con una piantina verde appena germogliata; la piccola scultura montata su plexiglas sembra sporgere dal muro retrostante e invitare il visitatore ad aver cura di quelle tenere foglie. E ancora un Ingresso al mare, una piccola tempera grassa di un azzurro intenso precede un dipinto in cui due cerchi inseriti in un unico rettangolo orizzontale stanno a rappresentare da un lato gli Elementi solari della natura e dall’altro gli elementi- aria e acqua – che costituiscono la nostra atmosfera sono resi nei toni del blu. La presenza femminile continua con Donna in cammino, una scultura a tutto tondo in resina in cui la plasticità del nudo femminile si assottiglia nel movimento della figura slanciata.

Gli ultimi tre pezzi conclusivi rappresentano modalità espressive molto diverse fra loro: Libertà tradita, un profilo del David di Michelangiolo, realizzato in tecnica mista, è caratterizzato da una lacrima di sangue che scende sulla guancia e da una raffinata resa a rilievo della capigliatura dorata, il tutto montato su un pannello di legno telato. L’opera che segue 100% riciclabile presenta un pannello di vecchio legno verniciato con bandella e cinghia, arricchito di piccoli particolari che richiamano alla mente una vecchia borsa da postino e per ultimo Bella ciao, un disegno a china e acquarello in cui una bambola rotta è abbandonata in un campo fra l’erba con due papaveri rossi che spiccano, quasi fossero due sentinelle di quell’oggetto abbandonato al suo destino.

La gran varietà di soggetti, modalità espressive e tecniche artistiche rendono questa mostra un condensato di idee e interpretazioni di un tema così vasto e complesso come quello dell’inquinamento del nostro pianeta, dell’impoverimento della terra su cui viviamo e della necessità di mettere in atto quanto prima soluzioni che possano in parte riparare i danni già provocati e ridurre quelli futuri.

M. Donata Spadolini, aprile 2022